I vaccini salvano la vita ed è giusto ricordare la loro importanza anche durante la gravidanza. Anche se ormai è diventata routine alcune donne ancora esitano, sottovalutandone la fondamentale protezione che può fornire a loro stesse e al bambino. Da più di un decennio nei paesi di tutto il mondo i vaccini antinfluenzali e dTpa (difterite, tetano e pertosse) sono somministrati nelle donne in gravidanza e il loro profilo di sicurezza è risultato favorevole in diversi studi che ne hanno confermato la tollerabilità anche in questa popolazione. Quando i benefici per la salute superano i rischi potenziali, le autorità sanitarie raccomandano la vaccinazione anche in gravidanza.  

Tradizionalmente, un nuovo vaccino contro qualsiasi malattia infettiva viene valutato in studi clinici prima dell'uso, ma questi studi normalmente non includono donne in dolce attesa. Quando si considera la necessità di una vaccinazione durante la gravidanza le autorità sanitarie valutano il rischio della malattia per la futura madre, e/o il bambino alla nascita, considerando il tipo di tecnologia vaccinale usata, il meccanismo d’azione del vaccino stesso, e il suo profilo di sicurezza. 

Come viene valutato l’utilizzo dei vaccini nelle donne in gravidanza

Prendiamo l'influenza come esempio: quando le donne iniziano la gravidanza, il loro sistema immunitario e diversi organi vitali si adattano a portare il feto; i cambiamenti mettono la donna incinta a maggior rischio di influenza grave e complicanze associate, poiché è meno capace di combattere le febbri alte e l'infiammazione causata dalla malattia.
 
I rischi per la salute della madre, oltre a quelli di aborto spontaneo, anomalie fetali, parto prematuro e basso peso alla nascita, spingono gli operatori sanitari e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a raccomandare la vaccinazione antinfluenzale per le future madri in ogni fase della gravidanza. 

C'è un altro esempio nella vaccinazione dTpa (difterite, tetano e pertosse) in gravidanza.  Qui, gran parte dell'attenzione è sulla prevenzione di gravi complicanze da pertosse nei neonati e nei bambini troppo piccoli per essere vaccinati. A differenza dell'influenza, la pertosse non è stagionale ma può circolare tutto l'anno e può peggiorare durante le epidemie. È altamente contagiosa, e molti neonati la prendono dai membri della famiglia stessa, il risultato? L'80% dei decessi legati alla pertosse si verificano in bambini di età inferiore ai tre mesi.  

Quando la donna incinta viene vaccinata, il suo corpo crea anticorpi che vengono passati al feto. Questi anticorpi sono presenti nel neonato alla nascita e durano dai due ai quattro mesi.  Gli studi hanno dimostrato che la vaccinazione dTpa (difterite, tetano e pertosse) in gravidanza riduce il rischio di infezione da pertosse di circa il 90% nei primi due mesi di vita del neonato e riduce le morti legate alla pertosse del 95% nei neonati di madri vaccinate.   

Per quanto riguarda la protezione contro il COVID-19, le autorità sanitarie pubbliche hanno notato i buoni profili di sicurezza dei vaccini autorizzati negli studi clinici tra la popolazione in generale e ritenendo improbabile che il profilo di sicurezza sarebbe stato diverso nelle donne in gravidanza. Per questo motivo le autorità ad oggi forniscono all’unanimità raccomandazioni favorevoli alla vaccinazione contro il COVID-19 nelle donne in gravidanza con la consapevolezza che il rischio di contrarre la malattia sarebbe troppo grande.

  
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